Appendice D - Il Processo Calamandrei


Di seguito il dettaglio delle udienze del Processo Calamandrei, svoltosi con rito abbreviato.

27 Novembre 2007:
Introduzione da parte del giudice Silvio De Luca.
Breve intervento dell'avvocato difensore dell'imputato Gabriele Zanobini, cui segue la relazione introduttiva al Processo del Pubblico Ministero Paolo Canessa, il quale illustra il percorso che ha seguito la Procura di Firenze per arrivare all'individuazione nell'imputato Francesco Calamandrei del mandante dei delitti del Mostro di Firenze.


28 Novembre 2007:
Giornata interamente dedicata alla conclusione della relazione del PM Paolo Canessa.


29 Novembre 2007:
Prende la parola l'altro Pubblico Ministero del processo, il dottor Alessandro Crini, il quale nella sua lunga relazione pone l'accento sull'attendibilità dei testimoni che hanno portato all'individuzione del Calamandrei.


21 Gennaio 2008:
Dopo una lunga pausa, prosegue la relazione del dottor Alessandro Crini. Numerosi i riferimenti da lui fatti alla persona di Francesco Narducci, considerato dalla Pubblica Accusa uno dei mandanti dei delitti, nonché a sua volta vittima dei propri complici.


22 Gennaio 2008:
Ultima giornata di udienza dedicata alla relazione del dottor Alessandro Crini: vengono illustrate e spiegate le accuse rivolte al marito della signora Mariella Ciulli, moglie dell'imputato. Secondo il PM, le prime accuse della Ciulli, risalenti al 1988, avevano una solida base di verità. In seguito la donna avrebbe visto scemare profondamente la propria capacità di intendere e di volere, proprio a causa di ciò che aveva scoperto sul conto del marito.
Al termine, prende la parola il dottor Paolo Canessa per chiedere al giudice di ammettere nel fascicolo del processo la testimonianza del dottor Achille Sertoli, dermatologo e amico del Clamandrei, il quale durante un interrogatorio aveva dichiarato che l'amicizia fra l'imputato e il mago Indovino risaliva all'incirca alla fine degli sessanta.
L'avvocato difensore dell'imputato, Gabriele Zanobini, si dice contrario all'ammissione per questioni di procedura penale e non manca di far notare come alla fine degli anni '60, il mago Indovino neanche vivesse in Toscana.
Il giudice De Luca accoglie la richiesta del PM e scioglie la seduta.


5 Febbraio 2008:
Giornata dedicata agli avvocati di parte civile. Apre l'udienza l'avvocato Vieri Adriani, parte civile per la famiglia Kraveichvili, il quale si limita a leggere le conclusioni, allineandosi alle richieste di colpevolezza e di pena formulate dalla Pubblica Accusa. Segue, sempre per la famiglia Kraveichvili, l'avvocato Fabrizio Corbi, il cui intervento è lungo e dettagliato e le cui conclusioni sono chiaramente in lingua a quelle della Pubblica Accusa.
Infine, è la volta dell'avvocato Patrizio Pellegrini, parte civile per la signora Winnie Kristensen, madre di Pia Rontini. Dopo lunga disamina degli eventi, l'avvocato chiede la condanna dell'imputato e il risarcimento danni.


6 Febbraio 2008:
L'unico intervento dell'udienza odierna è quello dell'avvocato Luca Saldarelli, parte civile per la famiglia Cambi.


4 Marzo 2008:
In questa giornata d'udienza comincia l'arringa difensiva dell'avvocato Gabriele Zanobini, primo difensore dell'imputato. Nel corso della mattina l'avvocato pone l'accento su quella che - a suo parere - è un'intrinseca contradditorietà nel teorema della Pubblica Accusa. Il suo ragionamento è semplice: l'imputato Calamandrei è accusato di aver fatto da intermediario fra i mandanti gaudenti e gli assassini per i delitti che vanno dal 1982 al 1985; il fine dei delitti era procurare i feticci da portare a villa La Sfacciata per dar vita ad orge e riti esoterici; il punto di riferimento a villa La Sfacciata erano il Parker e il Reinecke che ivi abitavano nel 1982 e nel 1983; nel 1982 e nel 1983 però non erano stati procurati i feticci; nel 1984 e nel 1985, né il Reinecke, né il Parker abiatavano più alla Sfacciata; a cosa dunque avrebbe fatto da intermediario il Calamandrei?
Durante la sospensione per il pranzo, arriva la ferale notizia che è stato ritrovato sulle mura medicee di Grosseto il cadavere di un ragazzo che si sospetta essere il figlio del dottor Calamandrei. La seduta viene sospesa e rinviata in data 7 marzo 2008.
Si appurerà in seguito che il ragazzo morto è proprio il figlio minore del dottor Calamandrei, da tempo tossicodipendente. Una overdose ha messo tragicamente fine alla sua troppo breve e travagliata esistenza.


7 Marzo 2008:
Riprende il processo dopo la pausa per i funerali del povero Marco, figlio del dottor Calamandrei.
Riprende la sua arringa difensiva l'avvocato Gabriele Zanobini, che in questa udienza pone l'attenzione sulla profonda inattendibilità della signora Mariella Culli, ex moglie e prima accusatrice dell'imputato. Secondo la Difesa, la Ciulli, cui era stata diagnosticata una psicosi schizoaffettiva di tipo depressivo, già dai tempi delle prime accuse al marito (1988) dimostrava i sintomi della grave malattia.


25 Marzo 2008:
Dopo un paio di settimane di pausa, riprende il processo e riprende la parola l'avvocato Gabriele Zanobini, difensore dell'imputato, il quale dedica larga parte dell'udienza all'analisi delle dichiarazioni della Ghiribelli e delle prostitute che avrebbero accusato il Calamendrei di aver partecipato ai famosi festini a villa La Sfacciata, a casa dell'Indovino e in una terza e non meglio identificata dimora.
Segue un breve intervento del secondo avvocato difensore, Nicola Zanobini, il quale si sofferma sulla lettera e successive dichiarazioni del Lotti che chiamavano in causa un non meglio specificato dottore che pagava i feticci. Appare evidente - secondo la Difesa - che tali confuse dichiarazioni, ammesso avessero un fondo di verità, erano riferite non a un dottore generico (intendendo un qualsiasi laureato), ma a un medico vero e proprio.


26 Marzo 2008:
Continua l'arringa difensiva dell'avvocato Gabriele Zanobini. Il difensore dedica l'intera giornata a esaminare la dichiarazioni del Vanni, che - secondo la Procura - chiamerebbero in causa il Calamandrei come mandante degli omicidi. A parere della Difesa, invece, emerge chiaramente dalla lettura dei verbali d'interrogatorio, una situazione cognitiva del Vanni decisamente compromessa.


28 Marzo 2008:
Ultimo giorno di requisitoria dell'avvocato difensore, Gabriele Zanobini, interamente dedicata alla figura del dottor Francesco Narducci, agli eventuali rapporti fra il Narducci e il Calamandrei e ai riconoscimenti fotografici - parere della Difesa decisamente dubbi - che avrebbero visto protagonista il ben noto gastroenterologo perugino. Per il dettaglio di tali riconoscimenti si rimanda al capitolo Il medico di Perugia.


6 Maggio 2008:
Replica da parte della Pubblica Accusa alla requisitoria difensiva.
Prende la parola per primo il dottor Paolo Canessa, il quale si sofferma sulle dichiarazioni del Vanni e della Ghiribelli e su come - a parere dei PM - possano essere considerati pienamente attendibili. A tal proposito viene visionato in aula il filmato dell'intervista della Ghiribelli alla dottoressa Roberta Petrelluzzi, conduttrice della trasmissione "Un giorno in Pretura". Vengono inoltre visionate alcune riprese, realizzate da operatori di polizia, relative alla villa "La Sfacciata", alla chiesa sconsacrata ad essa annessa e all'abitazione del Reinecke.
Segue una più lunga replica da parte del dottor Alessandro Crini, il quale si sofferma sulla salute mentale della signora Ciulli all'epoca delle prime accuse al marito (a parere della Pubblica Accusa, i problemi psichici della donna sarebbero giunti solo successivamente) e sulla figura del Narducci (i cui riconoscimenti - sempre a parere dell'Accusa - sarebbero attendibilissimi). Tocca quindi replicare alle Parti Civili. Prende la parola per primo l'avvocato Aldo Colao per la famiglia del Mainardi, il quale non aveva parlato in precedenza per problemi di salute.
Segue infine la replica dell'avvocato Luca Saldarelli.


7 Maggio 2008:
Ultimo giorno di dibattimento.


21 Maggio 2008:
Il giudice Silvio De Luca legge la sentenza di assoluzione nei confronti dell'imputato Francesco Calamandrei perché il fatto non sussiste.
A tale sentenza la Pubblica Accusa non intenderà fare ricorso.


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